Un radome è un involucro protettivo, utilizzato per proteggere le antenne dalle condizioni ambientali avverse. Per i curiosi, il termine deriva dalla contrazione dei termini inglesi Radar e Dome. Nel nostro caso, antenne verticali omnidirezionali, si tratta normalmente di un tubo rigido che ha anche la funzione di sostenere l’antenna; i tubi possono essere realizzati in materiali differenti, naturalmente escludendo quelli conduttivi.
Ecco, appunto, i materiali. L’ideale sarebbe utilizzare un materiale del tutto trasparente alla radio frequenza, o almeno trasparente alla banda di frequenza utilizzata per l’antenna da proteggere. Questo purtroppo quasi mai si realizza in pratica. Il fatto che i materiali del radome assorbano una seppur minima quota di radio frequenza ha due conseguenze, ambedue negative: la prima è un lieve degrado nell’efficienza dell’antenna; la seconda è lo spostamento verso il basso della frequenza di risonanza.
E’ un aspetto particolarmente sgradevole per chi ama costruirsi da solo le sue antenne; ci si trova nell’imbarazzante condizione di progettare un antenna perfettamente accordata e poi di ritrovarsela più o meno pesantemente starata dopo l’aggiunta del radome.
Sarebbe bello conoscere in anticipo e con precisione lo spostamento di frequenza introdotto dal radome. Vedremo che non è realmente possibile ma che si possono fare previsioni abbastanza accurate da essere utili e ridurre le brutte sorprese.
Era da un bel pezzo che volevo impegnarmi in un test estensivo dei vari materiali che, nel tempo, ho accumulato in casa. Si tratta di un progetto impegnativo e delicato, ma eccoci qui.
Ho utilizzato, per il test, due antenne piuttosto differenti fra loro.

La prima è un’antenna commerciale, il classico sleeve dipole montato su connettore N e con radome in fibra di vetro. La seconda è una collineare auto costruita, su base sleeve dipole con tratto di sfasamento a bobina. Su questa antenna ci sarebbero da aggiungere altri dettagli, magari farò una puntata dedicata.
Il materiale utilizzato e testato per i radome è abbastanza eterogeneo. ID sta per diametro interno, ED sta per diametro esterno.

A) Il radome originale dell’antenna commerciale. Fiberglass, ID 15mm, ED 20mm, lunghezza 235 mm. Naturalmente non potrò utilizzarlo per la collineare perchè è troppo corto.
B) Policarbonato, ID 26mm, OD 30mm, lunghezza 500mm.
C) Acrilico, ID 20mm, OD 25mm, lunghezza 500mm.
D) PVC per impianti elettrici, ID 17mm, OD 20mm, lunghezza 470mm. Si tratta di gran lunga del materiale più economico e più fragile fra quelli testati.
E) Tubo idraulico HTDM, presumibilmente polipropilene, ID 28mm, OD 32mm, lunghezza 450mm. Materiale molto interessante, leggero ma rigido, peccato che al momento non sembri reperibile in diametri più contenuti.
F) Tubo rosso da impianti idraulici, pvc, ID 28mm, OD 32mm, lunghezza 520mm.
G) Tubo fiberglass recuperato da antenna TPLink wifi. ID 18mm, OD 23mm, lunghezza 1120mm. Non ho voluto tagliarlo perché può tornare utile, ma durante le misure è stato necessario sostenerlo con una pinza telescopica.
I test sono stati condotti con il nanoVNA SAA-2N su connettore N. Ho preso nota delle frequenze di risonanza delle due antenne senza alcun radome e poi successivamente con i sette radome montati. Sarà il caso di precisare che quando si parla di frequenza di risonanza si intende la frequenza alla quale l’antenna ha una impedenza puramente resistiva, senza reattanze residue. Questa resistenza non necessariamente coincide con 50 ohm, ma nel nostro caso non se ne è mai discostata in maniera eclatante.
Galleria che raccoglie gli screenshot delle misurazioni
Foglio di calcolo riassuntivo dei risultati

Nel foglio sono calcolati gli scostamenti nelle frequenze di risonanza derivanti dall’applicazione dei vari radome. A formare una sorta di classifica, è evidenziata anche la somma per le due antenne. E’ palese che la collineare, essendo lunga più del doppio, soffre maggiormente per l’interposizione dei radome.
Quindi, chi è il vincitore del premio radome 2025?
Il vincitore sembra essere, a mani basse, il radome in polipropilene.
Con questo radome lo sleeve dipole mostra un disallineamento di 11.27 MHz

La collineare mostra uno sfasamento di 17.91 MHz

C’è tuttavia un importante rilievo da fare; si tratta, assieme al tubo rosso, del diametro esterno più grande. Sarebbe interessante testare un diametro più contenuto, ma al momento non sono in grado di reperirlo.
Seconda classificata, direi a sorpresa, la canalina elettrica in pvc. Il materiale meno nobile, meno costoso, più facilmente reperibile. Anche il diametro più piccolo, cosa vantaggiosa almeno fino a lunghezze di antenna non superiori al metro.
La blasonata fibra di vetro è ultima classificata, almeno fino a quando non riuscissi a mettere le mani su qualche canna da pesca in fibra ma senza carbonio.
Buon piazzato, al terzo posto, il policarbonato. Grande e robusto, bellissimo da vedere, ma anche piuttosto caro. Forse lo userò se costruirò un giorno o l’altro una collineare 4 elementi.
Considerazioni finali.
Il radome che sembra assorbire meno radiofrequenza, quello in polipropilene, ha abbassato la frequenza di risonanza di 11 MHz nell’antenna corta e di 18 MHz nella collineare.
Il radome con il miglior rapporto prezzo prestazioni, la canalina elettrica, perde rispettivamente 16.5 e 25.5 MHz. Proverò sicuramente a costruire qualcosa accordato a nudo a 889 MHz e poi ad applicare il radome, e vediamo cosa ne viene fuori.
Nel frattempo, buon divertimento a tutti.
PaoloC














